Ecco cosa dicono gli Azzurri dopo la sciata in pista di oggi in Val d’Isere, in vista del Gigante maschile di Coppa del Mondo di domani.

Luca De Aliprandini: “Il sesto posto di domenica scorsa mi ha dato grande carica ma allo stesso tempo va dimenticato perché si riparte daccapo. Questa pista è sempre interessante, c’è poca neve quindi le gobbe si sentono tanto, bisogna fare attenzione. La neve è compatta, verrà fuori sicuramente il duro, durante la sciata in pista non era ghiacciatissima ma anche negli scorsi anni sembrava a grumi, un po’ aggressiva e poi si è lucidata per la gara. Non mi sono allenato insieme ai compagni nei giorni scorsi in Val Badia, per cui ci ho dato dentro un po’ di più rispetto ai miei compagni e mi è servito. Le prime due gare sono andate abbastanza bene, cerchiamo di andare avanti su questa strada”.

Manfred Moelgg: “Le sensazioni sono molto buone, la Face de Bellevarde è molto più ripida rispetto alla Oreiller-Killy e sarà sicuramente una gara diversa rispetto alla scorsa settimana, Mi sento bene, penso di essere in una buona forma, cresco giorno dopo giorno, sono pronto per iniziare questo filotto di gare molto importante che proseguiranno la settimana prossima in Italia fra Alta Badia e a Madonna di Campiglio. L’unica ricetta è quella di andare a tutta”.

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Sullo sfondo: gli Azzurri e la “Face de Bellevarde”. Qui sopra, Riccardo Tonetti e Tommaso Sala.

Riccardo Tonetti: “Stamattina ho scelto di fare due giri nella ricognizione, siamo passati da zone particolarmente all’ombra e mosse ad altre con il sole. Si presenta difficile come sempre, il pendio è barrato e difficile tecnicamente, domani sarà una battaglia, bisogna partire decisi da subito, trovare gli appoggi nelle prime porte e cercare un buon ritmo in entrambe le manche”.

Florian Eisath: “E’ un tracciato molto bello, preparato con l’acqua e quindi molto duro. Dovrebbe tenere bene per tutti, non è stata una gran partenza in coppa e quindi ci metterò ancor più cattiveria al cancelletto di partenza”.

Sullo sfondo: gli Azzurri e la “Face de Bellevarde”.

 

 

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