Il Comitato Veneto FISI propone il bilancio della stagione 2019-2020 della squadra maschile di sci alpino, con un’intervista all’allenatore responsabile Moritz Micheluzzi.

Moritz, come potremmo sintetizzare il lavoro svolto?

«Nel periodo estivo e autunnale abbiamo puntato a un lavoro un po’ più articolato rispetto al passato, cercando situazioni allenanti nelle località più adeguate per il lavoro che dovevamo svolgere, ad esempio Saas-Fee per fare velocità e Hintertux per il Gigante. Abbiamo introdotto anche una novità interessante: due sessioni estive ai trampolini di Predazzo per sviluppare abitudine e abilità nei salti e nella velocità. Durante l’inverno abbiamo sfruttato bene le poche occasioni fra una gara e l’altra per preparare al meglio le gare del Circuito Gpi. Altra novità abbiamo iniziato un lavoro con i Children con l’obbiettivo di conoscerli al meglio e introdurli al mondo della categoria Giovani».

La stagione ti ha soddisfatto? Che voto daresti ai tuoi ragazzi?

«Sì, sono soddisfatto, anche se la mia aspettativa per il livello medio degli atleti del Veneto è ben altro. Il voto è 7 perché con qualcuno siamo arrivati quasi al punto che ci aspettavamo, qualcuno si è difeso e purtroppo qualcuno si è dimostrato troppo sotto tono».

Chi è stato l’atleta top? Da chi ti aspettavi di più? 

«Il top della stagione è stato Gianlorenzo Di Paolo, un po’ discontinuo ma comunque da podio più volte a livello istituzionale. Non per nulla nella prossima stagione vestirà la tuta delle Fiamme Gialle. Onestamente per tutti gli altri atleti della squadra mi aspettavo di più. Si è difeso Nardi che però è stato un po’ lento ad entrare a regime e sfortuna vuole che nel finale sia stato stoppato dall’emergenza coronavirus. Gabriele Sartori ha dimostrato di essere atleta di livello ma deve imparare a tagliare la linea del traguardo. Aspiranti… non pervenuti e questo mi dà molto dispiacere perché le potenzialità per fare bene ci sono».

Cosa pensi del lavoro svolto dagli sci club regionali?  

«Tutti fanno del proprio meglio, in base alle loro disponibilità. Ci sono delle realtà che sono meglio organizzate con allenatori e programmi e altre che a mio parere potrebbero alzare un po’ l’asticella. Per fare un lavoro strutturato bisogna – passatemi il termine – “sbattersi” un po’ di più ma poi fa la differenza».

Cosa pensi del circuito Coppa Veneto Energiapura?

«Abbiamo un bel circuito regionale, ricco di eventi e con un’ottima partecipazione. L’organizzazione delle gare è in miglioramento di anno in anno grazie all’attenzione del Comitato sia nell’assegnazione delle prove ai club sia monitorando le stesse con la presenza di qualche rappresentante. Credo che anche il lavoro dei tecnici del comitato, presenti dalla riunione di giuria alla fine della gara, sia importante per contribuire a uno svolgimento ottimale delle diverse manifestazioni. Quest’anno abbiamo fatto una gara di Discesa: questo è un fatto molto positivo, dovremmo avere qualche altra gara in più nell’ambito velocità».

Come hai trovato il GpI?

«Negli ultimi due anni il livello tecnico delle gare GpI si è dimostrato generalmente alto, con condizioni sempre belle ma contestualmente difficili per chi non è adeguatamente preparato. Infatti quando convoco degli atleti che sono ai primi approcci su questi terreni e difficoltà si evidenzia il divario con gli altri».

Hai qualche idea per il futuro? 

«Credo che, alla base, ci debba essere la voglia di migliorare, che occorra svegliarsi ogni mattina con il desiderio e la determinazione di fare meglio della giornata precedente. Tecnicamente, valuteremo insieme ai responsabili del comitato quali saranno le soluzioni migliori, anche in base all’evolversi della difficile emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Personalmente ritengo fondamentale la collaborazione tra comitato e club, sviluppando obiettivi precisi e programmi personalizzati per ogni atleta».

Pare prendere sempre più piede la collaborazione con la categoria Children.

«Sì, è un percorso che abbiamo iniziato in particolare con gli Allievi dell’ultimo anno e che ritengo indispensabile sviluppare. Il movimento deve lavorare in maniera sinergica, con una visione d’insieme che arrivi a un percorso condiviso tra le diverse categorie, per valorizzare al meglio il grande patrimonio che abbiamo».

Nella foto: Moritz Micheluzzi.

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