Nella tarda mattinata è scomparso, a 76 anni, Mario Cotelli. L’ex direttore tecnico della Valanga Azzurra era in dialisi già da qualche anno per insufficienza renale.
Nelle rare uscite che aveva fatto nelle ultime stagioni, era sempre stato il solito Cotelli: memoria inattaccabile, combattente e difensore delle sue teorie. Nessuna remora nell’esprimere le sue opinioni che spesso hanno acceso il fuoco delle discussioni.
Quest’estate aveva scelto di passare un lungo periodo a Pantelleria proseguendo il suo percorso di cure. Si è aggravato proprio nell’ultimissimo periodo.
Arrivò nel mondo Azzurro dello sci nella squadra B come vice di Jean Vuarnet. Poi l’inimitabile squadra A dei Gustavo Thoeni, dei Pierino Gros e di tutti gli altri eroi della Valanga. Rimasto in carica per 9 anni, la sua gestione fu la più vincente nella storia degli Azzurri dello sci. Fu in quegli anni che, in Coppa del Mondo, l’Italia vinse 5 volte il titolo assoluto e 12 medaglie tra Mondiali e Olimpiadi, dominando le discipline tecniche.
È rimasto nella storia anche per essere stato il primo commissario tecnico italiano ad aver conquistato un podio, una vittoria, un titolo di Coppa del Mondo assoluto e di specialità.
Sotto la sua guida nacquero due tra i più grandi campioni dello sci e oltre una decina di grandi atleti, tutti in grado di salire almeno una volta sul podio.
Nella sua prima stagione, 1969/1970, decise per un rinnovamento della squadra, facendo debuttare degli sciatori giovanissimi che egli riteneva avrebbero ottenuto grandi risultati (Gustavo Thoeni, Franco Bieler, Tino Pietrogiovanna, Erwin Stricker).
L’Italia riuscì così ad ottenere delle vittorie e negli anni successivi tutti gli atleti delle discipline tecniche italiani conquistarono dei podi.
Nel 1970/1971, la Nazionale italiana di sci alpino conquistò la sua prima Coppa del Mondo assoluta grazie a Gustavo Thoeni. Nel 1972 debuttarono altri due grandi sciatori italiani: Herbert Plank, uno dei più grandi discesisti azzurri di ogni epoca, e Piero Gros, slalomista e gigantista che vincerà varie Coppe di specialità e la Coppa del Mondo assoluta.
La consacrazione definitiva di quella nazionale fu il 7 gennaio 1974, quando 5 italiani si piazzarono ai primi 5 posti, in occasione dello slalom gigante di Berchtesgaden.
Nel 1978, in un momento di crisi della Nazionale di sci, decise di dimettersi dall’incarico.
Personaggio memorabile, continuò poi la sua carriera a bordo pista come opinionista televisivo ed editorialista del Corriere della Sera, per molti anni.
Foto FISI.